La Psicoterapia Breve Strategica è un intervento psicoterapeutico di breve durata che si occupa da una parte di cancellare i sintomi o i comportamenti disfunzionali che hanno spinto la persona a venire in terapia, dall’altra, di produrre il cambiamento delle modalità attraverso cui viene costruita la propria realtà personale e interpersonale.
Di conseguenza, la Psicoterapia Breve Strategica rappresenta un intervento radicale che si mantiene nel tempo e non una terapia superficiale e meramente sintomatica. A differenza delle tradizionali teorie psicologiche e psichiatriche un terapeuta strategico non utilizza nessuna teoria sulla “natura umana” e nemmeno definizioni relative a “normalità” o “patologia”..
Ci si interessa, infatti, piuttosto della “funzionalità” o “disfunzionalità” del comportamento delle persone e del loro modo di rapportarsi con la realtà che li circonda. Quando ci troviamo di fronte ad un problem – sia esso personale, relazionale o professionale – la prima cosa che ci viene da fare per risolverla è utilizzare una strategia di risoluzione che secondo noi sia produttiva, magari perché ha funzionato precedentemente per una difficoltà simile. Se la strategia scelta funziona, la difficoltà si risolve in breve tempo. Capita però talvolta, che la nostra strategia non funzioni come ci saremmo aspettati e che questo ci porti a intensificare ulteriormente i nostri sforzi in quella direzione, poichè la soluzione pensata ci appare la più logica, ovvia, o l’ unica possibile. Ma più applichiamo questa strategia più la difficoltà iniziale sembra non risolversi e addirittura complicarsi, trasformandosi in un vero e proprio problema strutturato.
In questi casi sono proprio gli sforzi che la persona compie per il cambiamento a mantenere la situazione immutata, ovvero: le “tentate soluzioni” esercitate dal soggetto e dalle persone a lui vicine per cercare di risolvere la situazione problematica finiscono per alimentarla e determinarne così la sua persistenza. La persona spesso riconosce che questi tentativi di soluzione non sono funzionali, ma nonostante questo ella non riesce a fare altrimenti, sviluppando così una radicata sfiducia nella possibilità di un cambiamento della propria situazione problematica.
Da un punto di vista strategico, quindi, per cambiare una situazione problematica non è necessario svelarne le cause originarie (aspetto sui cui, peraltro, non si avrebbe più alcuna possibilità di intervento), ma lavorare su come questo si mantiene nel presente, “qui e ora”, grazie alla ridondante ripetizione delle “tentate soluzioni”. Per questo motivo, il terapeuta strategico si focalizza fin dal principio della terapia sul rompere il circuito che si è venuto a stabilire tra le tentate soluzioni e la persistenza del problema, lavorando sul presente piuttosto che sul passato, su “come funziona” il problema, piuttosto che sul “perché esiste”, sulla ricerca delle “soluzioni” piuttosto che delle “cause”.
Scopo ultimo dell’intervento terapeutico diviene così lo spostamento del punto di osservazione del soggetto dalla sua posizione originaria rigida e disfunzionale (che si esprimeva nelle “tentate soluzioni”) ad una prospettiva più elastica e funzionale, aumentando le possibilità di scelta. In questo modo la persona acquisisce la capacità di fronteggiare i problemi senza rigidità, sviluppando un ventaglio di diverse possibili strategie risolutive. Per raggiungere questo obiettivo nella maniera più efficace e rapida possibile, l’intervento strategico è di tipo attivo e prescrittivo e deve produrre risultati già dalle prime sedute. Se questo non avviene, il terapeuta è comunque in grado di modificare la propria strategia sulla base delle risposte date dal paziente, fino a trovare quella idonea a guidare la persona al cambiamento definitivo del proprio problema.
Started March 4, 2016
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